Approccio alla MRGE (Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo): quando l’Osteopatia è meglio di un antiacido!

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La Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE) è un insieme complesso di sintomi con origine non semplicemente gastrica o esofagea, ma anche, da numerose altre strutture apparentemente non relazionabili al suddetto problema.

Numerosi studi infatti, tra i quali “Simonelli M., Buccolieri C., Annibali D., Sciarretta L., Lombardozzi M.
Studio pilota sull’efficacia del trattamento osteopatico nella dispepsia funzionale e nel reflusso gastro-esofageo non erosivo
G Med Mil. 2011; 161(2)”, hanno evidenziato come la multifattorialità del problema sia da inquadrare da un punto di vista globale ed olistico.

Questo comporta una profonda conoscenza di tutte le strutture che incidono in tal senso e che possono determinare la comparsa o il peggioramento dei sintomi:

- Lo sfintere gastroesofageo inferiore (SEI)

 In pratica è uno sfintere virtuale, non possedendo una struttura anatomica tale da poterlo definire di per sè un vero sfintere, come ad esempio quello anale.

Risulta infatti dalla associazione di varie componenti che vanno considerate in toto per un approccio terapeutico corretto:

- L’angolo di His , fra esofago e fondo gastrico, che deve essere acuto per funzionare da antagonista al reflusso.

- Il diaframma

La muscolatura intercostale respiratoria

La pressione endoaddominale, che dipende dal volume dei pasti e dalla velocità di digestione gastrica

Tutti questi fattori intervengono simultaneamente e contribuiscono a determinare tono e lunghezza dell’area di antagonismo al reflusso, come si può verificare bene con un esame manometrico.

Lo scopo del trattamento osteopatico risulterà pertanto in una serie di manovre atte a rinforzare e rilassare la giunzione gastro-esofagea attraverso un effetto induttivo concentrato in questa zona, intervenendo, contemporanemente a liberare qualsiasi fissazione neuromuscolare della giunzione stessa, anche relativamente alle strutture circostanti.

Si deve seguire una sequenza molto specifica che consiste in:

  • ascoltare l’addome
  • liberare le zone di inserzioni del fegato
  • liberare il piloro e lo stomaco
  • liberare la giunzione gastro-esofagea
  • manipolare le fissazioni scheletriche importanti che persistono (ad esempio le articolazioni costo-condrali)
  • normalizzare le fissazioni craniche e sacrali.

Nei vari studi che sono stati effettuati sul trattamento manipolativo osteopatico nei pazienti affetti dalla sindrome di reflusso gastroesofageo, è stato confermato come la malattia da reflusso gastroesofageo, non solo sia una condizione piuttosto frequente nella popolazione generale, ma come tale sindrome riduca notevolmente la qualità della vita per una serie di sintomi tipici (ad esempio il dolore retrosternale intenso che può simulare un infarto miocardico, o per i bruciori retrosternali e i rigurgiti) e atipici (ad esempio la raucedine, tossette stizzose anche notturne che non consentono un sonno ristoratore, riniti, sinusiti ricorrenti e molte altre patologie) che ne conseguono.

Quello che è interessante osservare è che, interrogando accuratamente questi pazienti, la maggior parte evidenzia anche sintomi somatici e, in particolare, cervicalgie, dorsalgie, dolori toracici e cefalea. Tali sintomi vengono spesso sottovalutati dallo stesso paziente, tutto focalizzato su quella che crede essere la “malattia principale” che lo affligge. Sono spesso secondari alle alterazioni posturologiche che si verificano quasi obbligatoriamente in chi è affetto da un disturbo cronico dello stomaco e che portano quasi ad un avvitamento su sè stessi con asimmetria delle sacro-iliache, rotazione delbusto in senso orario e posizionamento anterogrado di tutta l’articolazione claveo-omerale sinistra con conseguente tensione dello sternocleidomastoideo e, per certi versi, di riflesso, anche dell’ileopsoas omolaterale.

Il trattamento con tecniche osteopatiche, prima viscerali e poi somatiche determina una significativa diminuzione di questi sintomi e di quelli correlati alla malattia da reflusso gastro-esofageo, in paricolare relativamente al dolore toracico, con conseguente netto miglioramento della qualità di vita che, secondo alcuni studi, sarebbe compromessa quanto nei pazienti che soffrono di angina pectoris.

La terapia mirata della MRGE è quindi non solo una correzione dello stile di vita, abitudini alimentari, attività fisica, sonno, stress, non riguarda solo quelli che possono essere considerati elementari consigli ai pazienti come:

  • non andare a letto subito dopo un pasto
  • non indossare cinture o indumenti stretti
  • dormire lievemente con la testa rialzata
  • evitare  posizioni declivi
  • non tenere le braccia in alto e la testa inclinata indietro a lungo
  • evitare l’assunzione di alcuni cibi che possono irritare il tratto esofageo come cioccolato, caffè, tè, alcol.

Non si tratta solo di curare lo stato della mucosa gastrica con un aumento di assunzione di l-glutammina, aloe e liquirizia, oltre all’utilizzo di probiotici specifici, di eliminare le proteine del latte che sono particolarmente sgradite alla mucosa gastrica per il loro contenuto di prolina,  ma si tratta di integrare il trattamento manipolativo osteopatico nel ricettario delle terapie indispensabili se si vuole ottenere, in questa condizione, una rapida e duratura guarigione.

(articolo e immagini tratte da www.medicinafunzionale.org).

Osteopatia: perché?

Perché è naturale. Nulla di più naturale delle mani dell’Osteopata per ripristinare ciò che la natura ha stabilito, e cioè la mobilità delle strutture corporee e dunque la loro funzione. Ha basi scientifiche solide, non usa farmaci né altri strumenti. Mira alla causa e non solamente alla cessazione del sintomo, al benessere e all’equilibrio psico-fisico.Andrea Nitri

FAQ / Domande

Qual è il significato del termine Osteopatia?
Etimologicamente deriva dal greco oστέον (osteon) - osso, e πάθοσ (patos) - sofferenza. Questo termine nella sua essenza indica che sia la salute che la malattia dipendono dallo stato di efficienza dell'apparato locomotore. Osteopata, in lingua inglese (Osteo-path) indica colui che agisce terapeuticamente sul corpo umano attraverso "il sentiero" delle ossa. È comunque utile sfatare l'erronea opinione che l'osteopatia coinvolga soltanto le ossa, essa al contrario lavora su tutte le strutture del corpo: articolazioni, legamenti, muscoli, tendini, tessuto connettivo, e anche sugli organi e sul cranio con tecniche non invasive ed appropriate.
Quali sono i principali strumenti dell'Osteopata?
Le mani dell'Osteopata sono allenate a percepire le piccole variazioni che avvengono nei tessuti, raccogliendo così dati importanti sulla temperatura corporea locale (indice di infiammazione), e sulla loro consistenza; pertanto il principale strumento di lavoro è un buon lettino e la propria sensibilità. L'Osteopata non tocca necessariamente le parti dolenti del paziente, ma quelle che sono causa della disfunzione: così un mal di testa può essere trattato osteopaticamente agendo sulla cervicale, su una spalla, o persino trattando solo l'osso sacro.
Occorrono esami medici clinici per la valutazione osteopatica?
E' consigliabile, quando siano già stati fatti dal paziente, portare con sé al primo incontro raggi X, ecografia, TAC, risonanza magnetica, ecc., per ricercare eventuali controindicazioni al trattamento osteopatico. L’osteopata comunque, non essendo un medico, non può assolutamente prescrivere esami strumentali.
Che genere di tecniche vengono usate?
A seconda dell'età e della gravità del problema l'Osteopata applica le tecniche più adatte al caso, che comunque non sono dolorose o invasive per il paziente siano esse strutturali, craniali o viscerali.

Collaborazioni esterne

Dott.ssa Candeo Gabriela - Pediatra
Dott. Di Lenna Fabrizio - Farmacista
Dott. Braga Andrea - Ginecologo
Dott. Castelli Fabrizio - Odontoiatra
Mauro Magnone - Tecnico Posturometrico

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